venerdì 30 maggio 2014

La parola in ombra.



Mi ha confidato che non le servono maschere né artifici.
I pensieri la rallentano, troppe parole l'appesantiscono o le fanno lo sgambetto. 
È l'azione che l'interessa. La salva, la fa sentire viva e capace: nel suo contenitore può pure sbagliare, ma oggi si sente fatta di nuvole, non di pietra.






La parola è l'ombra dell'azione. (Democrito)



mercoledì 21 maggio 2014

Orogenesi.

Sono dolomitica, sì.
Carbonatica, spigolosa e ricca di dislivelli.
Sono a metà tra mare e cielo.
Mi vesto di conifere, cirmolo e mughi.

Ma, come diceva Dino Buzzati, queste montagne «sono pietre o sono nuvole? sono vere oppure è un sogno?»
Non si sa bene dove inizino, né dove finiscano.





martedì 6 maggio 2014

Un tanto al braccio.

Da un quaderno di schizzi rispuntano corpi disegnati, che riposavano immobili, in attesa...
I disegni si destano all'improvviso, si rianimano, quando trovo parole giuste da cingere.
E così i due si abbracciano dolcemente su doppia pagina.





Quanto vale un abbraccio? Tre minuti. Un respiro. Una frase intera. Il tempo di un viaggio. Un corso. Otto passi. La notte verso le pianure. Una festa. Una telefonata. Noi, tutti piú giovani di quindici anni. Del corpo, l'abbraccio vale. Lascia l'idea, precisa: verso l'alto, verso il largo. Il maglione di lana. La medaglietta sul collo. Il fazzoletto passato sulla fronte. Le maniche arrotolate. Quanto pesa un abbraccio? Una parola di troppo, e due troppo poco. Di musica bella e di musica brutta. Di pavimenti duri. Di cemento. Di caviglie. Troppo caldo. Troppo freddo. Troppo larga , la distanza; o troppo stretta. L'abbraccio pesa, sul corpo: forma memoria, non ricordo. Quanto manca un abbraccio? Un morso, il tempo di un vuoto, una musica che non finisce. Una foto che manca. La fatica. Gli occhi, chiusi sulla sedia; a tirare il fiato. Il quarto non ce la faccio, hai detto. Non sono piú quello di una volta.  (Michela Fregona)