venerdì 30 novembre 2012

Medusa

Un ombrello medusa traghetta sirene...
Tu venissi a trovarmi oggi, ti farei ascoltare questa canzone che mi piace tanto tanto.



 




Respira
prenditi
il tuo tempo, di te e di me
ancora un po'
pensa a noi
perché quando poi tu leggerai
io non ci sarò
sarai lì immobile come polvere
ricorderai noi due
piangerai
ormai io non sarò che un triste addio
io non ci sarò
tu non ci sarai
immobile, di pietra, senza di me.


Sembra forse un po' triste per il testo, ma ha un'incredibile bellezza acquea fluttuante ed io ci nuoto dentro, leggera...



... e questa sera me la sono ascoltata, live, in teatro.


 (Belluno, 30 novembre 2012)

lunedì 19 novembre 2012

Bluebird




C’è un uccellino blu nel mio cuore
che vuol venir fuori
ma io sono furbo,
lo faccio uscire solo qualche volta
di notte
quando tutti dormono.
Gli dico: -Io lo so che sei lì, quindi
non essere triste.-
Poi lo rimetto dentro
ma lui in quel frangente
canta un po’
(non l’ho fatto morire del tutto)
e in quel modo
dormiamo insieme
con il nostro patto segreto.
Ed è bello abbastanza
da far piangere
un uomo.






Ma io non piango,
e voi?
(C.B.)


qui la versione originale






giovedì 15 novembre 2012

Zuppa di cipolle e lenticchie con miglio dorato

La temperatura qui è scesa bruscamente da qualche giorno.
Altro che pic-nic fuori porta! Di sera si è riacceso il caminetto e si gradisce ancora qualcosa di caldo e confortevole.
Si riassapora la necessità di qualcosa di sano ed equilibrato dopo i piacevoli eccessi pasquali.




1,3 kg di cipolle bianche fresche
150 gr di lenticchie decorticate
1 cucchiaio e mezzo di questo dado vegetale
800-1000 gr d acqua
timo, alloro e/o erbe a piacere
2 cucchiai d'olio
un pezzo di alga wakame (facoltativo)
pepe a scelta

2 tazzine di miglio
7 tazzine d'acqua
un pizzico di sale

Mondare e lavare le cipolle.
Tagliarle a fette, non necessariamente troppo sottili.
Farle appassire nell'olio riscaldato in un tegame dal fondo pesante (di ghisa o di coccio).
Aggiungere metà dell'acqua bollente, il dado vegetale, l'alga e gli aromi.
Cuocere con il coperchio a fuoco basso per venti minuti.
Lavare le lenticchie e scolarle. Unirle alla zuppa, insieme alla restante acqua calda e lasciar cuocere, sempre coperta per venti-trenta minuti.
Rimuovere l'alga (o se piace, tagliarla a filetti sottili e tenerla da parte per la decorazione finale).
A parte cuocere il miglio lavato e tostato nell'acqua, per assorbimento della stessa, per venti minuti. Lasciar riposare perchè si sgrani meglio.
Prelevare metà della zuppa e ridurla in crema con un frullatore, quindi riunirla al resto nel tegame.
Unire il miglio alla zuppa e regolare di sale, se necessita e condire con altre erbette tritate ed una macinata del vostro pepe preferito.

Per una zuppa macrobiotica bilanciata, non occorrerebbe neppure aggiungere altro olio a crudo.
Fate vobis.
:-)


La mia vita ad impatto zero

Ciao luna Tao.


Chi mi segue da tempo sa che non sono vegana anche se idealmente mi piacerebbe che il mio rispetto universale mi portasse a tanto. Sono tendenzialmente macrobiotica, ma ultimamente non amo neppure usare tali definizioni per parlare di persone e di cibo perchè queste sono davvero troppo limitative. Talvolta il termine macrobiotica mi serve per far capire sinteticamente che non sono neppure vegetariana, perchè mangio il pesce, ma, a differenza di vegetariani e vegan, cerco di non mangiare lo zucchero, le uova, i latticini.
La macrobiotica però è molto di più e mi piace per questo (perchè se davvero la si conosce si comprende che in realtà non vieta proprio nulla), ma non è a questo a cui pensavo mentre disegnavo oggi...
Mi andava invece di fare alcune riflessioni circa i pregiudizi che spesso tutti noi abbiamo nel confronti di coloro che sentiamo diversi da noi e le forme di fanatismo che talvolta le idee, seppur valide, prendono.
Il diverso spaventa, mette in discussione, richiede di fare una scelta e poi pretende coerenza, tenacia, ma anche rispetto, tout court.
Avevo leggiucchiato qua e là in rete di una vip vegana italiana che aveva fatto un esperimento ecologico: si era prefissata di vivere per qualche mese ad impatto zero.
Sì, vabbè, forse direte voi, come ho pensato all'inizio io, la solita trovata eclatante, fine a se stessa fatta da una che vive a Milano e lavora pure nel mondo della moda, della musica e spettacolo... Che senso ha fare un gesto del genere, trascinando figlio piccolo e padre anziano in una crociata che mi pareva solo un isolato colpo di testa plateale?, mi chiedevo. L'ennesima radical chic che ha tempo da perdere e si è svegliata un giorno con l'idea di farci una ramanzina sull'ambiente? La versione de noialtri di Leo Hickman?
Il personaggio in questione mi era pure sempre stato simpatico in realtà (è una bella donna, briosa e piena di capacità professionali), poi di recente l'ho sentita anche parlare in una grande convention a riguardo e mi son piaciute pure la sua sicilianità infarcita di energia positiva e la sua facile comunicatività piena di ottimismo e, sì, così mi sono ricreduta: ho comperato subito il suo libro e mi è piaciuto!
Mi son detta: Roberta, vedi come eri stupidamente prevenuta pure tu, pur masticando da tempo di questi temi e questa sorta di cibo?
Lei si chiama
Paola Maugeri e il titolo è "La mia vita ad impatto zero"

E allora ben venga un messaggio così risonante se ha da essere un esempio e un modo per risvegliare menti assopite o menefreghiste per sottrarsi dalla logica: "Work, buy, consume, and die" (= Lavora, compra, consuma e muori)
Era nel film Fight Club che si recitava qualcosa che suonava più o meno così: "Ci affanniamo per comprare cose che non ci servono con soldi che non abbiamo per impressionare persone che non ci piacciono"?
Paola ci esorta a riflettere sui nostri ritmi di vita e lo fa parlandoci anche di alimentazione perchè "meno benessere porta più ben vivere" e mangiare raffinato non significa davvero essere più raffinati ed evoluti.
Se l'intelligenza creatrice ci ha dato la possibilità di studiare e comprendere il nostro potere di critica individuale, - ci ricorda - abbiamo il dovere di essere presenti alla nostra vita, ed essere consumatori critici.
Ecco perchè mi piace chi parla di e consuma cibo in un certo modo, prediligendo la semplicità, la genuinità e la misura, cercando nel contempo di evitare l'arroganza che talvolta hanno coloro che in questo ruolo si ergono da "illuminati" e che vorrebbero evangelizzare il mondo.
[Mi auguro sempre che il nostro progetto di Salutiamoci non scivoli in questo errore! ;-)]
Non è solo mangiare in un certo modo che ci salvaguardia dallo stare male. Mangiare in un certo modo ci permette un equilibrio diverso e migliore. Il cibo nutre il nostro sangue, il sangue nutre le nostre cellule, le nostre cellule danno vita ai nostri pensieri, ricorda anche la Maugeri (non è fantascienza, credetemi: millenni di Medicina Tradizionale Cinese documentano la correlazione tra i 5 elementi, il sistema di organi ed emozioni ad essi associate sottolineando che una buona alimentazione va a ripercuotersi positivamente tanto sul nostro corpo che sulla nostra mente).
Il mondo può essere cambiato a partire dal cambiamento del singolo: una persona alla volta (come dice il buddismo) e con piccoli passi può operare una rivoluzione lenta, ma profonda, e le prime artefici di questa rivoluzione siamo noi donne, femmine, che possediamo il più grande potere, in cucina.
Noi abbiamo il potere di mantenere in vita o di far morire la gente che amiamo! (Michio Kushi). Il nostro regno è la cucina e qui possiamo fare la nostra rivoluzione, tre volte al giorno, nel piatto: "Change the world three time a day!"
Noi dobbiamo essere l'azione, dobbiamo far parte della soluzione, non del problema, prosegue la v.j.
L'alimentazione sana e biologica non è cosa solo per pochi eletti: comperare cereali integrali e legumi è la base e non costa davvero molto. Ciò che costa è abolire il superfluo, (quando questo diventa un'abitudine e non più uno sfizio ogni tanto), e cercare sistemi alternativi per fare la spesa (come i G.A.S.), ad esempio, e ancora leggere le etichette, riflettere prima di riempire il carrello di prodotti industriali, ecc...
Essere attenti all'ambiente non vuol dire essere rinunciatari, nè timorosi di possibili incongruenze nel nostro percorso di crescita e di miglioramento, perchè questo è lento e può durare una vita, senza dever essere giudicanti e punitivi.
La vita può e deve essere piacevole e godibile, anche se ci si pone un fine nobile, senza dover essere troppo rigidi con sè stessi, ma anche senza curarci di coloro che staranno comunque ad aspettare e condannare sempre l'umanità dei nostri errori!

Brava Paola!

qui vi consiglio di ascoltare integralmente il suo intervento all'OK Expo 2012 Sana Editio, (anche se ve ne ho già anticipato i passi salienti), comunque anche se non foste vegan o non vi risultasse simpatica questa categoria.




martedì 13 novembre 2012

In sordina


Non sono pittore, sono poeta.
Perché? Forse preferirei essere pittore, ma non lo sono.
Ad esempio, Mike Goldberg sta iniziando un quadro.
Vado a trovarlo. "Siediti e bevi qualcosa" dice.
Bevo, beviamo. Guardo in alto. "Ci hai scritto SARDINE."
"Sì, lì ci mancava qualcosa." "Ah." 
Me ne vado, passano i giorni e ritorno. Il quadro va avanti;
me ne vado, passano i giorni. Ritorno.
Il quadro è finito. "Dov'è SARDINE?"
Resta solo qualche lettera, "Era troppo pieno," dice Mike.
E io?
Un giorno penso a un colore: l'arancio. Scrivo un verso sull'arancio.
Ben presto diventa una pagina di parole, non di versi.
Poi un'altra pagina. Ci dovrebbe essere molto di più, non d'arancio, ma di parole,
su quanto sia terribile l'arancio e la vita. Passano i giorni.
È perfino in prosa, sono un vero poeta. La poesia è finita
e non ho ancora nominato l'arancio.
Sono dodici poesie, le chiamo ARANCE.
E un giorno in una galleria
vedo il quadro di Mike intitolato SARDINE.
(Frank O'Hara)







illustrazioni per Salutiamoci

venerdì 9 novembre 2012

Pour d(ess)iner... la Zucca. Salutiamoci di novembre.




Qui si cerca di disegnare più che si può... e quindi non c'è tempo di inventarsi grandi cose ai fornelli nè di fotografarle...
Io però sono tanto contenta di nutrirmi di nuovo anche così.

Il mese di novembre della nostra iniziativa Salutiamoci festeggia intanto la zucca, e la raccolta è ospitata da Dealma, de La via macrobiotica.
Cercate dunque la vostra zucca, e una volta superata la mezzanotte e accertato che non sia una carrozza, cucinatevi tutte le vostre idee e portatele da lei.
Io intanto vi suggerisco queste mie, se già non le conoscete.


Cocottine di zucca e cardi
Gnocchi di cavolo nero con zucca e profumo d'arancia
Zuppa Zeta, di zucca, zenzero e zafferano
Ravioli ripieni di zucca e porri
Riso e zucca
Pasta al forno con cavolfiore, zucca e Genmaicha
Sformatini morbidi di zucca al vapore
Zuppa di zucca, porcini e castagne





martedì 6 novembre 2012

Sarmede. Rifornimento in volo.



Mi faccio un regalo: ritorno a Sarmede dopo, credo, 12-13 anni.
Mi affido all'istinto e scelgo quasi a scatola chiusa il mio maestro illustratore.
Dapprima tanta paura. Pochissimo sonno. Poi non sento neppure più il bisogno di mangiare.
h 9.30-19.00: titubanze, disegni, emozioni, intuizioni, errori, sorprese, regali, risate e tesori.
Ritrovo un senso per tutti i miei colori accumulati e le pagine lasciate bianche, negli anni.
Dopo 4 giorni di full immersion, rincaso con la febbre per il freddo patito nel b&b, ma anche con un carico di inestimabile calore e colore in valigia.
Grazie Javier per la tua generosità, l'onestà e la sincerità professionale, e a tutte le belle persone che ho incontrato.
Meglio non avrei potuto scegliere: le persone giuste nel momento giusto.
Molto, molto più di un regalo.

 (il sito del mio maestro, Javier Zabala  qui)



Las palabras en los dedos.